Tappa obbligata per chi visita Napoli è il Duomo, culla del celebratissimo miracolo di San Gennaro, patrono della città
Duomo di Napoli
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Qui sono custodite le due ampolle contenenti il presunto sangue del santo raccolto da una donna di nome Eusebia dopo il suo martirio. In ben tre occasioni durante l’anno sono esposte alla venerazione dei fedeli e cioè il sabato antecedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre. Queste sono date care ai partenopei perché si può assistere alla liquefazione del sangue in essa contenute. Secondo l’usanza popolare il liquefarsi (maggio e settembre) è di buon auspicio per le sorti della città, diversamente annuncio di cattivo presagio.
Il Duomo sorge in un’area in cui dal IV secolo sorsero diversi edifici di culto come la Basilica di Santa Restituita custode del battistero più antico d’Occidente, il battistero di San Giovanni in Fonte e altre cappelle annesse come quella di San Lorenzo, Sant’Andrea e Santo Stefano.
Nel XIII secolo iniziarono i lavori di costruzione dell’edificio per volere di Carlo II di Napoli e d’intesa con l’arcivescovo Giacomo da Viterbo affidarono i lavori ad architetti francesi e solo la seconda parte dei lavori fu eseguita da maestranze locali che inglobarono le precedenti strutture del battistero e della primitiva basilica. Fu completato sotto il regno di Roberto d’Angiò tra il 1313 e il 1314 ed inaugurato con una solenne cerimonia dedicata all’Assunta ad opera dell’arcivescovo Umberto d’Ormonte.
Durante i secoli ha subito notevoli lavori di rifacimento d’interni come esterni dovuti a eventi naturali.
Dopo gli ultimi lavori di restauro da poco conclusi, sembra che sarà aperta al pubblico la terrazza del Duomo dove si potrà ammirare dall’alto la città. La data di apertura non è stata resa ancora nota.
Museo di San Gennaro
Durante i terribili flagelli (peste, carestia e guerra) che minacciavano in quei decenni la città di Napoli, il 13 gennaio 1527-data dell’anniversario della traslazione delle reliquie del santo da Montevergine a Napoli- i partenopei con gli Eletti della città fecero solenne voto al Santo Gennaro di innalzare in segno di devozione, la Reale Cappella del Tesoro, per custodirne le reliquie del Santo Patrono.
Fino a quel momento esse risiedevano in ambienti angusti e difficilmente accessibili nella torre sinistra della facciata. L’impegno fu assunto solennemente.Per dare più valenza ai voti,i napoletani redassero un documento sottoscritto dagli Eletti della città davanti ad un notaio sull’ altare maggiore della cattedrale con pubblico istrumento rogato da notar Vincenzo de Bossis. Cosi facendo i rappresentanti dei cinque Sedili di Napoli (Capuano, Nido, Montagna, Portanova) più il rappresentante del Sedile del Popolo fece voto di offrire mille ducati per il tabernacolo eucaristico e diecimila per la costruzione di una nuova cappella in onore di San Gennaro.
Nel 1601 fu istituita la Deputazione col compito di avviare la costruzione di una nuova Cappella, quale degno spazio per il culto del Santo e la custodia delle sue reliquie e dei doni che provenivano dal popolo partenopeo e dai potenti d’Europa. La costruzione iniziò nel 1608 e completata nel 1646. Da allora la Deputazione custodisce le preziose ampolle e si occupa della manutenzione della Cappella. Nel corso dei secoli la fede immensa per questo santo han permesso il formarsi di uno straordinario Tesoro, che un tutt’ uno con il culto del Santo. Una curiosità che forse non tutti sanno è che in occasione degli eventi bellici tra il 1940-45, il Tesoro di San Gennaro fu custodito in Vaticano e riportato in Cattedrale nel 1947 grazie a un viaggio avventuroso per opera del napoletano Giuseppe Navarra soprannominato ‘o rre di Poggioreale che portò indenne a destinazione i preziosi.
Il museo aperto al pubblico nel dicembre del 2003, si estende su un’area di oltre 700 metri quadrati offre un patrimonio comprendente, collezioni d’arte di grandissimo valore.