Avellino-Juve Stabia, intervista a Luigi D’Alessio doppio ex

Luigi D’Alessio, ex calciatore di Juve Stabia e Avellino, è un appassionato del calcio con una ricca esperienza nei campi di gioco.

Nella sua intervista, Luigi D’Alessio, ha condiviso emozionanti ricordi legati alle due piazze calcistiche e ha espresso la sua visione sincera sulla sua carriera e l’importanza del collettivo nel calcio.

Sabato ci sarà un interessante Avellino Juve Stabia. Che partita ti aspetti?

“Mi aspetto una partita equilibrata. Sono entrambe due squadre forti. L’Avellino ha qualche giocatore di livello superiore ma credo che la Juve Stabia giochi più sul collettivo. Sarà una grande partita.”

Partenio e Romeo Menti. Due stadi che conosci benissimo. Che significato hanno avuto per te giocare in questi due teatri?

“Sono i due stadi che mi hanno fatto sentire un vero giocatore di calcio. Grande passione, grande calore. A Castellammare ci sono venuto anche solo per il tifo che c’era quando giocavo contro di loro. Negli anni ’90 era impressionante. Avellino, invece, era un mio sogno. Sono due grandi piazze e per un appassionato come me, erano ideali. Tifo stupendo.”

Tornando a Castellammare, qual è il tuo ricordo più significativo con la maglia gialloblù?

“Purtroppo si lottava spesso per non retrocedere, e le cose non sono sempre andate come speravamo. Ho pianto anche per questa maglia (della Juve Stabia, ndr) perché sentivo l’amore dei tifosi che non meritavano situazioni così difficili. Alla fine, però, ci siamo sempre salvati, e devo ammettere che i miei compagni di squadra erano dei grandi combattenti.”

Erano gli anni del presidente Roberto Fiore. Che ricordo hai di lui?

“Non mi sono mai trovato bene con Roberto Fiore. Personalmente, non mi sono mai piaciuti i “padre padrone,” e lui lo era. Non bisogna mai scavalcare nessuno e bisogna sempre rispettare i ruoli. Lui voleva sempre avere voce in capitolo anche sulle scelte della formazione iniziale. Sono passati tanti anni, ma non ho mai condiviso e mai lo farò con questo modo di operare.”

Qual è stato il tuo momento più bello a Castellammare?

“A Castellammare Di Stabia, le emozioni non mancavano e i momenti erano belli, un vortice di emozioni nei magici anni novanta. I tifosi erano favolosi ed è stato un onore giocare con le vespe. Ci sarei rimasto a vita. Purtroppo, sono stato gestito male dal mio procuratore e dalla società. Giocare a Castellammare significa stare nel calcio vero.”

Chi è stato il calciatore più forte con cui hai giocato nel corso della tua carriera?

“Mi ha impressionato molto Lorenzo Battaglia, un calciatore veramente forte. Peccato che gli infortuni lo abbiano condizionato, altrimenti avrebbe raggiunto la Serie A. Ma resta il fatto che sia stato un grande calciatore; sono un amante della tecnica.”

E il tuo momento più bello vissuto in Irpinia?

“Il mio momento più bello in Irpinia è stato con la Primavera. Abbiamo vinto la Coppa Italia Primavera Nazionale, una cosa che al sud accade raramente. Un ricordo stupendo. Portare in alto la nostra terra è sempre un grande onore.”

Pazienza vs Pagliuca. Secondo te, quanto conta il carisma e la preparazione di questi due grandi allenatori in questa gara?

“Sicuramente, l’allenatore è importante durante la partita, così come il portiere o un centrocampo forte. La determinazione e la condizione fisica della squadra sono le cose più importanti. Questa gara va interpretata come una finale. Ci vogliono molte componenti e serve la fame di arrivare prima sulla palla. Un saluto a entrambe le tifoserie, entrambe grandi.”

Si ringrazia Luigi D’Alessio per il tempo concesso per questa intervista

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