Anche quest’anno si è liquefatto il sangue di San Gennaro
Il protettore di Napoli, il santo più venerato dai Napoletani ha compiuto il miracolo, dimostrando ancora -secondo le più antiche tradizioni partenopee- un segno di grande benevolenza nei confronti della città; vescovo di Benevento, Gennaro trova il martirio per mano dei Romani nella città di Pozzuoli nel 305.
Il 19 settembre è una delle tre date in cui le ampolle che contengono il suo sangue vengono esposte alla venerazione dei credenti, e sia Napoli che Pozzuoli colgono l’occasione per riunirsi intorno al loro santo e fare festa, con celebrazioni che, pur partendo dal sacro, non disdegnano il profano. Sono molti i siti importanti da visitare in questo giorno: il Duomo di Napoli, dove il sangue e il suo tesoro, ricco di ex voti, viene conservato ma anche la Solfatara di Pozzuoli, dove Gennaro subì il martirio o ancora la chiesa del Purgatorio, in quel Rione Terra che ancora non riesce a trovare la sua giusta collocazione negli itinerari turistici dei Campi Flegrei.
A chi stamane volesse, in onore di San Gennaro, oltrepassare anche la porta giubilare della Cattedrale di Pozzuoli (Papa Francesco ha decretato che ogni diocesi potesse averne una, per poter condividere nella maniera più ampia la Misericordia di Dio) è stata riservata una brutta sorpresa; non solo gli orari della basilica non lo consentono, essendo aperta al culto e alle visite solo il sabato e la domenica, ma tutto il Rione Terra è apparso, agli occhi di turisti, visitatori a vario titolo e credenti, completamente inaccessibile perchè transennato.
La burocrazia, i permessi, lo stipendio straordinario sono evidentemente più forti della Fede.
San Gennà, miettece ‘a mana toja…
ph: Laura Scoteroni