Politica, Forza Italia, Affetto, effetto, congresso

Dopo la morte del presidente Silvio Berlusconi, la commozione dei suoi familiari e amici e le polemiche per i funerali di Stato e la settimana di lutto alle Camere sta arrivando il periodo della sfida.

Forza Italia, quale sarà il suo destino?

La variabile della competizione è legata al destino del partito creato da Berlusconi, Forza Italia, nel quale sta trapelando più di un chiarimento.

La prima delucidazione è interna, familiare, con i figli di Berlusconi, che hanno rassicurato i vertici della “creatura politica” del padre che non ci sarà nessun disimpegno. La famiglia è il principale finanziatore di FI, ma nello stesso tempo non abbandonandola continuerà ad esserne il più grande creditore. L’esposizione debitoria è stata sempre garantita da Berlusconi con le fideiussioni e corrisponde a circa 100 milioni.

I 5 figli intendono dare continuità a FI, in vista delle europee, elezioni di cui parlai nel mio articolo precedente, ma la scomparsa di Berlusconi, che avrebbe fatto ancora il capolista in tutte le circoscrizioni, potrebbe compromettere l’obiettivo della doppia cifra e costringere a giocare in difesa, puntando solo a superare il quorum del 4%.

I rischi di diaspora tra i parlamentari non sono pochi perché alcuni potrebbero pensare di confluire in FdI, anche se Giorgia Meloni ha detto di non volere un partito unico, e altri a Renzi, per costruire magari un nuovo soggetto politico di centro, moderato e liberale.

Giorgia Meloni dichiara di avere lo stesso obiettivo di Silvio Berlusconi, ossia “rendere l’Italia fiera e capace di stupire il mondo”.

La premier intende procedere nel suo solco, puntando a difendere l’interesse nazionale, e in suo onore nel Consiglio dei ministri intende varare subito la prima parte dell’agognata riforma della Giustizia.

L’analisi del Financial Times

Secondo l’analisi dell’autorevole giornale Financial Times, l’eventuale smembramento di FI potrebbe rappresentare un’opportunità politica per la premier, perché realizzerebbe la creazione di un grande partito di destra, un’operazione mai riuscita prima al Cavaliere.

Ma questa svolta potrebbe essere matura solo dopo le elezioni europee, quando FdI, Lega e FI potranno verificare il loro consenso con il sistema elettorale proporzionale. Fino alle europee l’intento dei partiti del centro destra deve essere comune, rinsaldando il rapporto politico fra Meloni, il vicepremier Antonio Tajani e Gianni Letta, che è sempre stato, anche nell’ultimo periodo, il braccio destro di Berlusconi.

Dopo la morte del Cavaliere, i contatti fra i tre sono stati sempre più intensi e anche se il patto viene smentito ufficialmente, l’obiettivo di fatto è portare avanti il lavoro politico quotidiano per garantire la stabilità e l’azione unitaria delle diverse anime che compongono il governo.

Al ministro degli esteri e coordinatore di forza Italia, Antonio Tajani, è ora affidato il difficile compito di traghettare Forza Italia verso le europee.

Marta Fascina e Marina Berlusconi, un asse politico importante tra le due donne?

Il futuro ruolo di Marta Fascina, ultima compagna di Silvio Berlusconi, resta l’incognita più grande, ma la vicinanza della donna con la primogenita Marina al funerale fa capire che potrebbe esserci un asse politico importante tra le due donne.

Sembra per la prima volta evidente in forza Italia una spinta interna molto forte per trasformare completamente un partito finora verticista con l’introduzione decisa di elementi di democrazia.

Bisogna organizzare il congresso del partito perché c’è la consapevolezza che se non si riesce a farlo prima delle Europee, si rischia seriamente l’inconsistenza o addirittura la scomparsa politica del movimento di Silvio Berlusconi.

Antonio Tajani ha adesso, secondo lo statuto, la grande responsabilità di convocare immediatamente il Consiglio nazionale per la “sostituzione temporanea” del presidente, almeno per il periodo strettamente necessario per la convocazione del Congresso Nazionale, che ha appunto fra i compiti l’elezione del presidente.

Secondo lo statuto di FI il Consiglio nazionale è il primo organo del partito e dovrebbe riunirsi almeno ogni 3 anni, invece lo ha fatto solo due volte in trent’anni.

Il percorso di Forza Italia è lungo e tortuoso

Insomma dopo l’affetto per Berlusconi, si teme l’effetto domino perché, se ci dovesse essere un congresso, certamente si avvertirebbe la forte presenza del fronte del Sud, guidato dal palermitano Schifani.

Per questo Tajani e gli altri dirigenti di Forza Italia vogliono assolutamente evitare isterie, soprattutto per non complicare ulteriormente il piano di arrivare uniti alle elezioni europee, nelle quali l’obiettivo minimo deve essere superare la soglia di sbarramento del 4% perché non raggiungerla significherebbe scomparire dalla scena politica. I sondaggi di questi giorni non sono attendibili perché la crescita è determinata da una sorta di “mozione degli affetti” dopo la scomparsa del Cavaliere. Il percorso di FI è lungo e tortuoso e Tajani predica attenzione e disciplina all’interno del governo e dei gruppi parlamentari.

Al Senato la maggioranza è risicata e si potrebbe scatenare l’effetto temuto di una grande crisi.


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