Oggi, 23 settembre 2024, il trentanovesimo anniversario dell’assassinio di Giancarlo Siani, giovane giornalista napoletano brutalmente ucciso dalla camorra nel 1985. La sua morte rappresenta una delle pagine più tragiche e significative nella storia della lotta alla criminalità organizzata in Italia.
Chi era Giancarlo Siani? Il giornalista che scriveva contro la camorra
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Giancarlo Siani nasce a Napoli il 19 settembre 1959. Fin da giovanissimo, manifesta una passione per il giornalismo, una vocazione che lo porterà a denunciare coraggiosamente le infiltrazioni camorristiche nel tessuto sociale ed economico della Campania. Siani lavorava come collaboratore del quotidiano Il Mattino, occupandosi principalmente della cronaca di Torre Annunziata.
Siani raccontava gli affari della camorra con una chiarezza che pochi all’epoca osavano esprimere. Le sue inchieste mettevano in luce i legami tra clan locali, portando alla ribalta verità scomode. Il 23 settembre 1985, a soli 26 anni, Giancarlo Siani viene ucciso sotto casa sua, in via Vincenzo Romaniello, nel quartiere Vomero di Napoli. Due sicari lo raggiungono mentre si trova nella sua auto, sparandogli dieci colpi alla testa. Giancarlo pagò così con la vita il suo impegno per la verità e la giustizia.
Il ricordo e l’eredità di Giancarlo Siani
Negli anni, la figura di Giancarlo Siani è diventata un simbolo della libertà di stampa e della lotta contro la criminalità organizzata. Il suo sacrificio non è stato vano: la sua memoria vive in ognuno che, ancora oggi, continua a raccontare con coraggio la verità, nonostante le minacce e i rischi.
Il suo nome è stato ricordato attraverso numerose iniziative: strade, scuole e piazze portano oggi il suo nome, come monito per le nuove generazioni affinché non si dimentichi il costo della libertà e del coraggio. Il film Fortapàsc (2009), diretto da Marco Risi, ha contribuito a far conoscere a un pubblico più ampio la vita e l’impegno di Siani.
Oggi, a 39 anni dalla sua morte, ricordare Giancarlo Siani non è solo un dovere morale, ma un atto di resistenza contro l’omertà e la violenza. La sua storia ci insegna che il giornalismo non è un mestiere qualsiasi, ma una missione al servizio della comunità, un baluardo fondamentale della democrazia.
In un’epoca in cui la libertà di stampa è minacciata in molte parti del mondo, l’esempio di Siani resta una guida per tutti coloro che credono nella giustizia e nella verità.