Scontro navale nel Mediterraneo orientale, sale la tensione tra Grecia e Turchia

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Grecia e Turchia – Tensione dello scontro navale

Tensione alle stelle tra Grecia e Turchia a seguito dello scontro navale avvenuto il 12 agosto a est dell’isola di Rodi tra la fregata greca Limnos e la nave da esplorazione turca Oruc Reis, aiutata dalla nave di scorta Kemal Reis per il mai risolto nodo delle esplorazioni petrolifere nel Mediterraneo orientale. L’incidente è avvenuto in una situazione delicata dal punto di visto diplomatico, in quanto la marina greca era già in stato di “allerta intensificata” per via delle attività di prospezione energetica avviate dalla Turchia da metà luglio nell’area. Quest’ultima infatti, non riconoscendo le acque territoriali di Grecia e Cipro, rivendica il diritto di beneficiare dello sfruttamento di gas per sé e per la Repubblica turca di Cipro del Nord.

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La versione turca e quella greca

Secondo la ricostruzione dei media turchi, la fregata greca Limnos avrebbe compiuto una manovra di disturbo nei confronti della nave turca Oruc Reis impegnata in attività di esplorazione energetica all’interno della Zee (Zona economica esclusiva) greca non riconosciuta dalla Turchia. In seguito sarebbe intervenuta la nave di scorta turca Kemal Rais che avrebbe fronteggiato la nave battente bandiera greca urtandola e costringendola al rientro. Secondo i media greci e in particolare il giornale Ekatemirini la collisione tra le navi sarebbe stata originata invece da un errore di manovra della nave da guerra turca Kemal Reis, la quale avrebbe riportato anche i danni maggiori.

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La controversia

Lo scontro è avvenuto nella cornice più ampia delle burrascose relazioni tra Grecia e Turchia, entrambi paesi NATO, storicamente in rotta per la questione cipriota, per la questione migratoria verso l’Ue e ora anche sulla riabilitazione a moschea del museo di Santa Sofia, per secoli cattedrale cristiana ortodossa. Il pomo della discordia nel Mediterraneo orientale è rappresentato dall’isola di Kastellorizo.

Ceduta da Mussolini alla Turchia, ma attribuita alla Grecia con il trattato di Parigi del 1947, l’isola da allora è stata da sempre contesa tra i due paesi. In particolare la Turchia nega alla Grecia che un isola di 10 chilometri quadrati e situata a soli 2 chilometri dall’Anatolia e a più di 580 dalle coste greche, possa generare una piattaforma continentale di 40mila chilometri quadrati. Per la Grecia invece le isole devono essere considerate nella delineazione della piattaforma continentale di un paese, in accordo alle convenzioni ONU sul mare.

http://gty.im/1219008455

Sforzi diplomatici e manovre militari

Immediatamente dopo l’accaduto si sono moltiplicati gli sforzi per tentare di allentare le tensioni tra Turchia e Grecia. L’incidente è stato inserito nel dossier portato dal ministro degli Esteri greco Kinos Dendias al Consiglio straordinario per gli affari Esteri dell’Ue, convocato dopo le pressioni di Atene. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel hanno avviato contatti per tentare duna delicata opera di mediazione sia con il premier greco Kyriakos Mitsotakis, il quale ha denunciato come la presenza di così tante navi militari aumenti la possibilità di un incidente, sia con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha ribadito che la Turchia non cederà di un millimetro sulla questione. Anche il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha sentito telefonicamente il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu per cercare di stemperare la situazione. Il presidente francese Emmanuel Macrondal canto suo ha già inviato navi e caccia a sostegno dell’alleato greco nelle agitate acque dell’Egeo e manovre militari congiunte franco-greche sono state eseguite al largo dell’isola di Creta. Per tutta risposta, in un’escalation crescente dove il minimo errore potrebbe far precipitare la situazione, la Turchia ha avviato esercitazioni navali nell’area a sud est delle isole greche di Kastellorizo e Rodi.

La situazione crea molte preoccupazioni anche tra gli alleati della NATO e molto probabilmente, venerdì prossimo a Vienna, il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias incontrerà il segretario di Stato Usa Mike Pompeo per cercare di arrivare a una soluzione.

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