Uccise e fece a pezzi Carol Maltesi. Ammesso alla giustizia riparativa


Per la prima volta in Italia è stato concesso ad un condannato di essere ammesso ad un procedimento di giustizia riparativa. La corte d’Assise di Busto Arsizio ha accolto la richiesta di Davide Fontana condannato in primo grado a 30 anni di carcere per l’assassinio, lo smembramento e l’occultamento del cadavere di Carol Maltesi.

Reo confesso, Fontana aveva congelato i resti della ragazza, poi ritrovati i tra i monti bresciani. Dopo aver commesso l’omicidio Fontana per settimane aveva inviato con il cellulare della Maltesi messaggi ad amici e parenti fingendosi lei.

Cos’è la giustizia riparativa?

La giustizia riparativa è un istituto giuridico introdotto di recente nel nostro Codice Penale con la riforma Cartabia (2021). Non si tratta di uno sconto di pena, ma di un percorso complementare a quello del processo penale, basato sull’ascolto e sul confronto con le vittime mediante l’ausilio di un mediatore.

I familiari di Carol Maltesi hanno rifiutato di incontrare il condannato. Non parteciperanno al confronto per stabilire quale percorso dovrà affrontare Fontana.  Attraverso l’avvocata di parte civile Manuela Scalia, Fabio Maltesi, padre della vittima, ha detto di essere sconvolto e disgustato “da una giustizia che ammette un assassino reo confesso, che ha ucciso, fatto a pezzi ed eviscerato una ragazza, di accedere ad un percorso simile”.

(foto di repertorio)

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