Inter-Napoli, L’editoriale di StabiAmore


Inter-Napoli, L’editoriale di StabiAmore, il Presidente dell’Associazione Culturale Gianfranco Piccirillo commenta la vittoria nerazzurra

<em>InterNapoli: 2-0. È stato un buon allenamento per le due squadre in vista delle coppe europee, soprattutto per il Napoli che si è espresso meglio sul piano del palleggio e delle azioni da rete. Ma nel primo tempo l’Inter ha cominciato meglio e sull”asse degli ex calciatori dello Stabia Biraghi e D’Ambrosio passa in vantaggio con un gol del difensore vesuviano, costringendo poi alla fine ad un grande intervento Meret su tiro da fuori di Brozovic.

Nel mezzo però solo le azioni del Napoli con le occasioni di Insigne, Politano ed Elmas e il tiro di Zielinski, finite fuori di un soffio o ben parate da Handanovic.

Nella ripresa il Napoli anche con gli ingressi di Allan e Ghoulam per Zielinski e Rui continua a macinare gioco e occasioni con Elmas prima ancora che entri pure Lozano per Politano e che l’Inter raddoppi con un gran tiro da fuori di Lautaro che sorprende Meret.

A questo punto la gara cambia perché l’Inter gode di maggiore spazi nelle ripartenze e Barella spreca la palla del terzo gol facendosi recuperare in uscita da Meret, mentre il Napoli non riesce più ad impensierire seriamente Handanovic nonostante gli ingressi di Callejon per il solito abulico Milik e del redivivo Malcuit per Hysaj. Francamente non si capisce perché Conte continui a non dare spazio al giovane talento stabiese Sebastiano Esposito, neanche a risultato praticamente acquisito, facendo capire che il mobbing su di lui potrebbe continuare anche in Europa League, competizione nella quale l’Inter parte tra le squadre favorite.

L’Inter può diventare quindi secondo la definizione del suo allenatore la prima tra le perdenti nell’ultima giornata di un campionato, che avrebbe dovuto vedere entrambe le squadre come protagoniste assolute, piuttosto di un onesto gregariato dietro la Juve.

Evidentemente alle due squadre manca qualcosa per competere a grandi livelli ed entrambe devono accontentarsi di puntare alle coppe, alzando bandiera bianca in campionato per colpa di due rose non complete come quella della Juve, ma anche per demeriti di Conte e Ancelotti molto più che di Gattuso, che almeno un titolo lo ha conquistato.

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