Vibonese-Juve Stabia, Editoriale di StabiAmore

Vibonese-Juve Stabia, Editoriale di StabiAmore

Il punto del Presidente Gianfranco Piccirillo:

Lo Stabia doveva confermare la sua forza dopo le ultime brillanti prestazioni e riesce a mantenere la sua imbattibilità in campionato nel difficile stadio chiamato Razza di Vibo Valentia, dove aveva già sofferto contro la Reggina, uscendo alla fine con l’identico punteggio. Lo Stabia doveva soprattutto onorare la memoria del presidente d’Arco in onore del quale ha giocato con il lutto al braccio e per il quale ha richiesto il minuto di silenzio e ha offerto ancora una volta una prestazione grintosa, rimontando in un recupero al cardiopalma, dove aveva subito il gol dai padroni di casa e opzionando così con due turni di anticipo come la Juventus in A, il titolo di campione d’inverno. Mai però come oggi la squadra di Caserta ha sofferto la squadra di casa e il campo pesante, rischiando seriamente di perdere per la prima volta contro un avversario rognoso e desideroso di battere la capolista. Caserta preferisce non convocare Canotto, che comunque è recuperato dall’infortunio e non rischia neppure Marzorati in difesa, dove è costretto a fare a meno dello squalificato Allievi, puntando su Branduani in porta, Troest e Mezavilla, centrali Aktaou e Vitiello esterni in difesa e su un centrocampo folto composto da Viola, Vicente, Calò e Carlini a sostegno della punta Bruno El Ouazni e dell’esterno Melara. La squadra calabrese è allenata da Orlandi ed in casa ha un eccellente ruolino di marcia, avendo conquistato gran parte dei suoi 22 punti. Nel primo tempo ci sono poche occasioni, ma la Vibonese conferma le sue caratteristiche e mette in difficoltà lo Stabia, che però riesce ad andare vicino al vantaggio con Aktaou, che spreca davanti al portiere Mengoni e Viola che cerca di emulare, servito sempre da Melara, il gol realizzato mercoledì contro la Sicula. La Vibonese sfiora il gol solo con il tiro di Bubas che fa la barba al palo alla sinistra di Branduani. Lo Stabia gioca male, soffre il campo pesante e anche nella ripresa, pensa più a difendersi che a rendersi pericoloso, contro una Vibonese che gioca con grande determinazione e voglia di vincere. Come sempre Caserta fa cambiare pelle allo Stabia con gli ingressi opportuni di Elia per Calò e poi di Mastalli per Viola con il conseguente modulo con due esterni offensivi, ma una sola punta che poi diventa Paponi, chiamato a sostituire Bruno El Ouazni assieme a Di Roberto che prende il posto di uno stanco Melara. In precedenza El Ouazni ha provato a segnare di testa, ma le migliori occasioni sono della Vibonese con Prezioso, Melillo ed Alegretti, entrato nella ripresa per Bubas, assieme a Maciucca che prende il posto dello stabiese Tito. Bellissima soprattutto la parata di Branduani su Prezioso, ma il portiere stabiese appare sempre puntuale negli interventi e attento su ogni insidia, tranne che sulla punizione di Franchino che però guadagna diversi metri rispetto al punto di battuta. Questa punizione della Vibonese avviene già nel recupero, illudendo i padroni di casa di conquistare il primo prestigioso successo contro la capolista, ma la squadra calabrese e il pubblico casalingo non avevano fatto i conti con la grande voglia dello Stabia di rimanere imbattuto e così sugli sviluppi di un calcio piazzato Carlini, non a caso chiamato il Conte Max, si inventa una giocata di pura nobiltà calcistica, prima stoppando e poi calciando da terra la palla del prezioso pari alle spalle dell’incolpevole Mengoni. La gioia è tanta in campo e nel settore dello stadio Razza riempito dai tanti tifosi giunti da Castellammare e i calciatori della Vibonese non sanno accettare l’esito, cercando la rissa in un fine gara spiacevole e convulso. Ancora una volta le decine e decine di tifosi stabiesi, giunti al Razza di Vibo Valentia, hanno potuto gioire nel dopo gara, assieme alla squadra e onorare la memoria del grande presidente D’Arco, giustamente omaggiato anche con uno striscione che conferma l’umanità e la storia che soprattutto la gente di Castellammare sa collegare al mondo dello sport.


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