Il dialetto napoletano è una miniera inesauribile di espressioni colorite e incisive, capaci di racchiudere in poche parole interi concetti. Tra queste, una delle più emblematiche è senza dubbio “Nun ce stanno né ssante, né mmaronne”, che tradotta letteralmente significa “Non ci sono né santi, né Madonne”.
Si tratta di una locuzione usata per descrivere una persona estremamente testarda, inflessibile, tanto ostinata da non lasciarsi smuovere neppure da un intervento divino.
L’uso di questa frase è profondamente radicato nella cultura partenopea, dove la devozione ai santi e alla Madonna è storicamente molto sentita. Tirare in ballo le figure sacre in un contesto del genere non è un atto di irriverenza, ma un modo iperbolico per sottolineare l’incrollabilità di certe prese di posizione. Chi viene descritto con questa espressione non è semplicemente testardo: è qualcuno che si incaponisce oltre ogni ragionevolezza, mosso più da puntiglio che da logica.
L’espressione, ancora oggi diffusissima, viene spesso usata in tono ironico o esasperato, per descrivere chi, nonostante ogni tentativo di persuasione, resta fermo sulle proprie convinzioni, che si tratti di una questione di principio o di un semplice capriccio. Un detto che, come molti altri della tradizione napoletana, restituisce con poche parole un’intera filosofia di vita.