Lo strepitoso teatro di Cristian Izzo

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Dopo il successo di “Sala Operatoria” torna in scena, con una nuova opera teatrale, Cristian Izzo, il regista e attore stabiese, portatore sano del bel teatro.

Si è concluso l’altra sera, in una delle sale del Cine Teatro Montil, il secondo e ultimo appuntamento con l’ultima opera teatrale scritta dall’attore Cristian Izzo, promettente autore e regista dal talento indiscutibile, che ha portato in scena – con la Compagnia del Futuro –  “Errori di prima Gioventù”, pièce teatrale che ha registrato il tutto esaurito nelle due serate in programma.

Quella a cui si è assistito nel teatro stabiese è un’opera moderna, difficilmente definibile, in un’ambientazione minimalista con un giovanissimo cast, quello della Compagnia del  futuro, che accompagna il pubblico estasiato nel mondo dell’immaginario e dell’assurdo, e ne svela la meravigliosa arte dell’inganno, l’arte della finzione dell’esistenza,  dove il teatro è più reale delle illusioni e degli inganni della vita, delle bugie a cui vogliamo credere e dei sogni che si lasciano fuggire e che vengono raccontati  attraverso le voci, i corpi e i volti sempre puntuali e curati fino alle estremità, fino alle  mani teatrali che sanno parlare, come le mani di un dipinto caravaggesco.

Cristian Izzo prova a portare un teatro orgogliosamente indipendente, leggero, dissacrante e al contempo elegante, che si sviluppa attraverso un crescendo dinamico, con i suoi tempi perfetti e spiazzanti che ricordano quelli della Smorfia di Troisi-Arena-Decaro.  Il giovane regista, che sul palco rivela anche tutte le sue straordinarie qualità di attore, esalta il pubblico con una rappresentazione che celebra l’assurdo, il paradosso della vita reale fatta di equivoci, raggiri, intrighi e colpi di scena che raccontano il gioco della vita partendo da un “libro delle bestemmie”, il Chitastramilamuort.

 

L’opera mira a sottolineare la condizione umana che vive una realtà spesso povera e disadorna e riesce a farlo in modo atipico e ai limiti del geniale, dove è  il regista  che decide quando distrarre  il pubblico con gli esilaranti dialoghi in lingua napoletana, e quando, invece, fermarlo per un secondo e indurlo a riflettere attraverso intermezzi ermetici che richiedono attenzione, tanto sembrano sussurrati e suggeriti;  intermezzi che rivelano  tutta la tristezza e la miseria dell’uomo, come quando l’attore Izzo ripete “il teatro è morto”. La genialità di questo giovane autore – attore sta proprio nello straordinario potere che ha nel riuscire a governare con padronanza non solo il palco, ma anche il pubblico, decidendo quando e come guidare gli stati emotivi dei presenti in sala.
Affiancato da un cast formidabile, giovane e talentuoso, con una forte fisicità comunicativa, corre in un gioco al massacro, dissacrante e lucido, dove gli attori sono presenze impotenti anche quando sono fermi con lo sguardo fisso o quando diventano le voci corali dei pensieri sotterranei della coscienza.

Ad assistere a questa opera “a strati”, fatta di spessore e di ilarità incontenibile, non si ha l’idea che il teatro sia morto. Izzo , testardamente, prova a portare il teatro di qualità nella sua terra – dove da tempo sembrano mancare gli spazi e le opportunità – in una città che ha accolto e dato i natali ai grandi maestri del teatro, e lo fa con il suo teatro minimalista ed essenziale che preferisce togliere dalla scena, piuttosto che aggiungere, per poi restituire silenziosamente il suo vero messaggio.

Con la Compagnia del futuro ritornerà presto a Natale con un progetto ampliato che parte proprio da “Errori di prima gioventù” , opera che Izzo, innamorato del teatro come se fosse la sua donna, definisce un esperimento. Intanto ritornerà con “Sala Operatoria”  al Teatro Mio di Vico Equense il 25 e il 26 Ottobre, altra commedia esilarante che aprirà la stagione teatrale.

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