Pulcinella tra fame e gloria, l’ingegno e l’arte di arrangiarsi

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Pullecenella chiagne
Pullecenella ride
Pullecenella è stanco e nun ‘o dice

C’o cuppulone ‘ngap’
Adda passà ‘a nuttata
S’assetta piglia’ ‘o fiasco
Se ‘mbriaca e po’
distratto ma cuntento
se ne va p’a via dicenn’

È cos’ ‘e niente, je me ne vaco p’ ‘a strada mia
Vieni cu mmé te port’ ‘int’ ‘o vicolo ‘e l’Allerìa
Tanto cchiù nnera d’ ‘a mezanotte nun po’ ven

Sono le prime strofe del brano Pullecenella interpretato da La Maschera, gruppo musicale formato da Roberto Colella, Vincenzo Capasso, Antonio Gomez, Marco Salvatore e Alessandro Morlando.

Ma Pulcinella é realmente esistito? Cosa si sa delle sue origini?

Pulcinella, le ipotesi sul suo nome

La maschera di Pulcinella fu inventata ad Acerra nei primi del 600 dall’attore Silvio Fiorillo, ma il suo costume attuale lo dobbiamo ad Antonio Petito (1800).

Tante le ipotesi circa l’origine del suo nome. Potrebbe discendere da “Pulcinello”, cioè piccolo pulcino per via del naso adunco o potrebbe derivare dal nome di un contadino di Acerra, tale Puccio d’Aniello.

Qualcuno poi fa risalire le origini di Pulcinella addirittura al IV secolo a.C. sostenendo che Pulcinella discenda da Maccus, un servo dal naso adunco delle Atellane romane, spettacolo molto in voga nell’antica Roma.

pulcinella
Pulcinella – Opera di Lello Esposito sita in Vico del Fico al Purgatorio, nel centro storico di Napoli

LEGGI ANCHE: I PULCINELLA DI LELLO ESPOSITO

Il segreto di Pulcinella

Pulcinella ha un carattere tutto suo. Si crede furbo e un po’ lo é.  E’ chiassoso e pettegolo. Non a caso si usa l’espressione: “Segreto di Pulcinella” per indicare qualcosa che tutti sanno nonostante dovesse essere un segreto.

É svogliato, negligente, opportunista ed eternamente affamato. Mangia spaghetti con le mani e non perde occasione per arraffare qualcosa da mettere sotto i denti. Il camicione largo lo aiuta a nascondere il pancione.

Ha un ricco repertorio di movenze ed é pure scaramantico. Porta spesso con sé oggetti per scongiurare le sventure come corni e campanacci.

Secondo alcuni sarebbe “ermafrodita e autofecondante”. La dimostrazione di tale ipotesi si avrebbe nel giorno di Carnevale quando Pulcinella muore solo dopo aver dato alla luce il nuovo Pulcinella.

PULCINELLA

Modi di dire legati a Pulcinella

A Pulcinella sono legati tanti modi di dire come:

  • A’ Pullecenella ‘o vedono sulo quanno va ‘ncarrozza” (Pulcinella viene notato solo quando viaggia in carrozza) – Questa espressione indica il menefreghismo della gente comune. Fin quando Pulcinella vive alla buona, stentando il pasto quotidiano, nessuno si accorge di lui. Non appena Pulcinella ottiene qualcosa di più dalla vita, improvvisamente tutti lo notano e hanno da ridire:
  • “Pullecenella saglien saglien ‘e scale d’o addeventai avvucato” (Pulcinella salendo le scale del Tribunale, all’ultimo gradino diventò avvocato) – Questa espressione indica l’arte di arrangiarsi di Pulcinella e in generale del popolo napoletano. Pulcinella non ha cultura, ma infilandosi in certi ambienti ascolta e trae a suo favore ciò che ha origliato. Si difende dunque, fingendo competenze che in realtà non ha.
  • Sì proprio nu Pullecenella” (sei proprio un Pulcinella)  – L’espressione si usa per apostrofare qualcuno che fa solo chiacchiere senza concretizzare nulla o nei confronti di qualcuno particolarmente allegro e spensierato.

Pulcinella in versi

Come non ricordare la dolcissima Serenata ‘e Pulecenella scritta da Libero Bovio e musicata da Enrico Cannio. La canzone fu presentata alla Festa di Piedigrotta del 1916. I due autori si ispirarono ad una serenata composta da Domenico Cimarosa nel XVIII secolo.

E ancora: ‘A città ‘e Pulecenella, canzone dedicata a Napoli, composta (musica e testo) da Claudio Mattone per il film Scugnizzi, ed incisa per la prima volta dal “Gruppo Aperto” costituito dallo stesso Mattone nel 1992.

PER SAPERNE DI PIU’ SU PULCINELLA VI CONSIGLIAMO UNA VISITA AL MUSEO DI PULCINELLA, DEL FOLKLORE E DELLA CIVILTA’ CONTADINA, FONDATO ED ALLESTITO DAL CENTRO DI CULTURA “ACERRA NOSTRA” NEL 1992, SITUATO NEL CASTELLO DEI CONTI DI ACERRA.

 

 

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