Politica, la manovra regge e diventa legge

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La legge di Bilancio passa pure al Senato con 109 voti favorevoli alla fiducia posta dal governo sull’articolo uno, e con 107 al disegno di legge complessivo. Ovviamente non mancano le polemiche delle forze di opposizione, ma con diversi accenti, mentre la soddisfazione del ministro Giorgietti traspare dalle sue dichiarazioni.

“La considero una missione compiuta. Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora piu importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia. Avanti così”, è il commento del ministro dell’economia, il leghista Giorgetti. “Ringrazio tutte le persone che mi hanno supportato in questo breve e intenso percorso, credo che gli effetti di questa manovra si vedranno nel tempo. È un testo coraggioso con uno sguardo al futuro e alla costruzione di un nuovo assetto sociale, che privilegia e tutela i figli e le nuove generazioni, senza trascurare la stabilità dei conti pubblici”.

Legge di Bilancio: costi energetici, rialutazione delle pensioni, aumento fondi sanità e aiuti ai poveri

In effetti quasi due terzi dei 35 miliardi della legge di bilancio sono stati impiegati per contenere l’aumento dei costi energetici e poi è prevista l’erogazione ai poveri dei beni alimentari invenduti, la rivalutazione delle pensioni e l’aumento dei fondi per la sanità. La legge di Bilancio è stata strenuamente difesa dalla maggioranza sia nel dibattito generale che nelle dichiarazioni di voto finali, dopo la richiesta avanzata dalle minoranze di avere più tempo a disposizione, senza tuttavia arrivare a rischiare l’esercizio provvisorio, che sarebbe scattato dal primo gennaio. E questo, nonostante ci sia stato chi, come la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli, abbia lanciato una pesante accusa alle forze politiche che non sostengono il governo Meloni: “Ci sono molti modi per descrivere questa legge di Bilancio: responsabile, seria, coerente, virtuosa. Ma la definizione migliore è attenta: alle famiglie, ai giovani, agli anziani, ai piu’ fragili, alle imprese, ai conti dello Stato. Non è stato facile raggiungere questi obiettivi. Molti pensavano all’esercizio provvisorio e molti lo hanno sperato”. Ma questo “non sarebbe stato un danno al governo ma all’Italia”, ha infatti scandito in Aula, la forzista.

In campagna elettorale tutti sostenevano la necessità di mettere la maggior parte delle risorse per contrastare il caro energia e in effetti la Manovra per due terzi dà le risorse per l’energia “rispettando un impegno elettorale che chiedevano tutti“, ha ricordato il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo. “Abbiamo fatto quello che era giusto fare”. Questa è una Manovra che “potrebbe essere considerata quella con più attenzione al tessuto sociale” rispetto al passato. Una Manovra messa a punto con “prudenza, responsabilità, una Manovra sostenibile, scritta senza alimentare illusioni, abbiamo rassicurato i mercati, convinto l’Europa, spiazzato l’opposizione. Ne usciamo a testa alta”, ha concluso.

Allo stesso tempo Fratelli d’Italia si schiera a favore delle misure messe a punto: “Siamo al fianco del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di tutto il governo” e “abbiamo il desiderio e tutto l’impegno necessario per mettere in atto l’intero programma di governo a cominciare da questa legge di Stabilita’ su cui votiamo convintamente la fiducia“, ha annunciato Lucio Malan.

I patrioti de noartri

Le reazioni delle forze di opposizione sono di parere opposto. Duro l’attacco del movimento 5 stelle: “I ‘patrioti de noartri'” hanno presentato al Paese “una leggina di Bilancio così restrittiva, come non se ne ricordano. Questa legge è “una manovrina”, un “pannicello caldo che ci porta a stento ad aprile.

La vice presidente del gruppo dei grillini, Alessandra Maiorino, considera la manovra fuffa e solo furore ideologico perché sono state eliminate quelle misure, che avevano creato lavoro, come il super bonus, e ridato dignità alle persone come il reddito di cittadinanza, che dopo il 2024 non sarà sostituito da nessun provvedimento utile per i più bisognosi. Secondo il PD e Alleanza Verdi e Sinistra questa manovra vuole punire chi paga le tasse, e anche i più deboli, deride i disoccupati, taglia scuola e sanità, punisce lavoratori e pensionati, penalizzando le donne.

La manovra del governo Meloni “ammazza l’Italia, non incentiva l’economia verde, non pianifica il futuro responsabile. È un inno all’evasione e all’era fossile, invece che delle rinnovabili e della transizione ecologica”, queste in particolare le dichiarazioni dei Verdi e Sinistra italiana. Il senatore a vita Mario Monti risulta assente alla chiama, scegliendo quindi l’astensione con la mancata presenza, come peraltro aveva annunciato. Sceglie invece proprio il voto di astensione la senatrice a vita Elena Cattaneo, mentre il gruppo delle Autonomie ha deciso in prevalenza di votare contro la manovra.

Gli obiettivi del Pnrr

Intanto il ministro degli affari europei, l’esponente di fratelli d’Italia Raffaele Fitto, ha comunicato che sono stati raggiunti i 55 obiettivi del Pnrr, il il piano nazionale di Ripresa e Resilienza, previsti per il secondo semestre 2022. Nella nota del suo dicastero viene spiegato che alla data di insediamento del nuovo governo ne mancavano più della metà, trenta per la precisione. Prima del 31 dicembre sono stati raggiunti tutti gli obiettivi, tra questi l’Agenzia di Cybersecurity, la società 3I, Inps, Inail e Istat, tutte costituite e rese operative, così come la riforma dei servizi idrici, il nuovo Codice dei contratti pubblici e la riforma dell’amministrazione fiscale.

Per il ministro Fitto questi importanti risultati sono stati raggiunti grazie al lavoro di squadra impostato dal suo dicastero, anche sulla base di un dialogo costruttivo con la Commissione Europea. Questo lavoro di sinergie ha consentito il superamento delle criticità connesse al raggiungimento di qualcuno dei 30 obiettivi del Pnrr. Grazie a questo lavoro importante il governo Meloni avrà adesso la possibilità di richiedere all’Unione Europea altri 19 miliardi di euro, la terza tranche di risorse disponibili per il Pnrr, perché entro la fine di gennaio verrà trasmessa la relazione semestrale sull’attuazione del Pnrr, che prevede altri 27 obiettivi da raggiungere nei prossimi sei mesi, per avere una nuova rata da 16 miliardi.

Gli obiettivi più importanti sono le riforme della giustizia civile e penale e bisogna assolutamente impegnare le risorse previste. Giorgia Meloni ha lamentato come nel Pnrr ci siano ritardi evidenti e difficili da recuperare e questa grave mancanza, che non dipende dal suo governo, sarà paradossalmente attribuita ad esso, proprio da quelli che l’hanno determinata.

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