Leoni in gabbia – I runner di tutto il mondo che, ora non possono uscire per allenarsi, sono come leoni in gabbia; scalpitano, fremono, sono irrequieti. Certo, a nessuno piace restare confinati dietro quattro mura, ma ai runner, l’isolamento richiesto per fronteggiare l’emergenza coronavirus, pesa sicuramente un poco in più. Per un atleta, ammettiamolo pure, è molto più difficile restare fermo rinchiuso in casa, che correre i 100 km del Passatore. Ed è proprio questa la più grande delle sfide a cui siamo stati chiamati tutti (atleti e non): “Restare a casa e sconfiggere la diffusione del virus“.
QUA RUN TEN A
Da oggi parte QUA RUN TEN A, una nuova rubrica dedicata ai runner in isolamento forzato. Abbiamo raccolto le testimonianze di volti noti dell’atletica leggera: maratoneti, ultramaratoneti, mezzofondisti, velocisti, siepisti.
Tutti gli atleti intervistati hanno, naturalmente, manifestato il proprio disagio per l’assoluta mancanza di libertà e la carenza di adrenalina, ma nell’affrontare la condizione di isolamento abbiamo riscontrato sentimenti e filosofie diverse, pareri a volte discordanti e tipologie di allenamenti dissimili.
Intervista a Giorgio Calcaterra
Ecco cosa ci raccontato GIORGIO CALCATERRA, ultramaratoneta, tre volte campione del mondo nella 100 km di ultramaratona e vincitore per ben 12 volte consecutive della 100 km del Passatore.
– Ciao Giorgio e grazie mille per la tua disponibilità. Domanda ovvia, quanto ti manca correre liberamente?
Ciao Maria Pia, correre liberamente mi manca tanto, soprattutto perché credo sia una costrizione inutile e dannosa. Correre in solitaria, magari in orari particolari, dovrebbe essere permesso perché non influisce sulla diffusione del virus. In alcuni posti il governo permette di correre vicino casa in solitaria, ma nella pratica risulta difficile perchè ormai si è scatenato un odio contro i runner.
– Come hai sostituito l’allenamento outdoor?
Mi reputo un fortunato, ho un tapis roulant con la tv davanti e ho risolto senza problemi. Il mio allenamento è di 20 km al giorno, corsi con molta tranquillità, solo con il piacere di correre.
– Quanto è importante, in questo periodo di isolamento forzato, allenare la mente, oltre che il corpo?
La mente è importantissima e in questo momento ancora di più. Dobbiamo pensare che nessuno ci bombarda, che abbiamo cibo e acqua a sufficienza e che è solo un periodo, dobbiamo pensare a ciò che abbiamo e non a quello che ci manca.
La prima cosa che farai quando finalmente potremo mettere piede (e scarpette) fuori dalla porta?
Nulla di particolare, tornerò a correre nel mio parco preferito: Villa Pamphili.
Un consiglio/messaggio/saluto ai lettori del Magazine Pragma
Il mio consiglio è di vivere giorno per giorno, di non pensare che questa situazioni duri per sempre o che siamo carcerati, ma di pensare a tutto quello che possiamo fare ora che abbiamo più tempo a disposizione per noi stessi.
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