“Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“ (“Giorgio se ne vuole andare e il vescovo vuol mandarlo via”) – Torna Espresso Napoletano la rubrica domenicale di Magazine Pragma che narra l’origine di alcuni modi di dire squisitamente napoletani.
Dopo:
- “A Maronna t’accupagna”
- “Adda venì Baffone”
- “O cippo a Furcella
- “Pare ‘a trummetta a Vicaria”
- “Pare ‘a nave ‘e Franceschiello
questa domenica vi sveliamo da dove nasce l’espressione “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“.
“Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“
“Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“ (“Giorgio se ne vuole andare e il vescovo vuol mandarlo via”) è un simpatico modo di dire che si usa quando due persone pur desiderando la stessa cosa, non prendono l’iniziativa affinchè la cosa si concretizzi, per cui nulla accade.
Ci sono due storie che spiegano l’origine di questo modo di dire che sicuramente avrete sentito dire spesso. Quella più nota è quella secondo la quale Giorgio, interlocutore del vescovo, desiderava da tempo congedarsi, ma aveva paura di offendere il vescovo e quindi non rivelava questa sua intenzione; di contro il vescovo desiderava licenziare Giorgio e non lo faceva nel timore di offenderlo.
Secondo un’altra antica storiella, invece, Giorgio era un ricco mercante che aveva deciso di lasciare la sua terra natia perchè non offriva più nulla. I suoi concittadini, quando seppero dell’intenzione del mercante di andar via, si opposero. Le voci di tali agitazioni in paese giunsero al Vescovo, il quale non fece una piega. “Che se ne vada, giacché vuol andarsene! Giorgio ama solo i ducati che la terra, qualsivoglia terra, sarà in grado di dargli. Continuerà ad andar via perché non c’è terra al mondo capace di dare per sempre ricchezze. Che se ne vada, dunque!”