Inter cinica. Non bella ma efficace

Non troppo bella ma cinica e cattiva al punto giusto: questa è l’Inter delle prime uscite

VERONA – Forse non è così bella come il Torino di Ventura o il Sassuolo di Di Francesco, ma una cosa è certa, l’Inter di Mancini è una squadra vera nel senso totale della parola.

Sa aspettare il momento giusto per affondare il colpo e quando lo fa, poi, lo sa difendere senza troppi patemi d’animo. Di sicuro con il passare delle giornate non può che migliorare sia nel gioco che nell’intesa tra i nuovi arrivati.

Ecco i reparti di questa Inter cinica

La prima cosa che si nota è la solidità della difesa che fino a ieri era un miraggio. E’ stata la prima pietra sulla quale Mancini ha fondato la squadra. Finora, i neroazzurri hanno subito un solo gol contro il Carpi e per il resto sia che la coppia centrale sia Miranda-Murillo o Medel-Murillo o ancora Medel-Ranocchia, gli attaccanti avversari trovano sempre un muro davanti a loro. E se nel muro trovano qualche crepa, allora c’è l’attento Handanovic a sbrigare ogni pericolo.

Una menzione d’obbligo per la difesa va a due giocatori: il primo è Medel, che Mister Mancini ha arretrato sulla linea dei difensori per l’infortunio di Miranda.  Si può dire di tutto sul Pitbull, ma non si può non apprezzare quanto questo giocatore sia indispensabile per l’equilibrio tattico della squadra. Col Chievo si è visto proprio questo. Non solo marcare l’attaccante di turno, ma dettare i tempi anche al compagno di reparto, che sia Jeison Murillo o Andrea Ranocchia. Medel ha la capacità di smistare palloni su palloni sempre con calma, ma sa anche spazzare alla viva il parroco quando serve. L’unico neo è il tiro da fuori, ma non si può chiedere la Luna a un guerriero come Medel.

L’altro accenno che volevo fare è per Andrea Ranocchia sempre bersagliato dai tifosi.  Sfido chiunque a tenere la concentrazione alta per uno che si sente bocciato e fuori dal progetto. Ma Ranocchia da professionista serio, s’allena e si fa trovare pronto quando c’è bisogno di lui. La prova nel derby e col Chievo sono la conferma. Poi, se al suo fianco c’è un giocatore dal carattere forte, anche lui si sente sicuro di se stesso.

Se la difesa tiene, merito è del filtro che fa il centrocampo.  Con l’acquisto di Melo e Kondogbia, questo reparto sicuramente ha acquistato dinamismo e qualità.  Con Melo il centrocampo interista è cattivo al punto giusto e sappiamo quanto Melo sa essere cattivo nel senso buono della parola. Come ha dichiarato a Sky:

Il calcio è fatto di contrasti e se uno non accetta questo meglio giocare a tennis.

La qualità si chiama Kondogbia. Il ragazzo venuta da Monaco anche che sta ancora imparando come si gioca in Italia, è sempre presente sia in fase difensiva che offensiva e certe sue giocate, a parte di tasso elevato e di classe, spaccano il centrocampo e le difese avversarie. A Verona contro il Chievo, Geoffrey ha fornito la sua migliore prestazione da quando veste il neroazzurro. Di sicuro sotto la guida di uno come Mancini, Geoffrey migliorera.

Infine l’attacco. Inutile spendere parole su Maurito Icardi. Tutto il mondo sa quanto Maurito è devastante in area e sull’unica sbavatura della difesa clivense, ha colpito con cinismo. Ma quello che colpisce è il fatto che Icardi oggi non gioca solo in area avversaria aspettando il pallone da buttar dentro, ma partecipa al gioco di squadra partendo, anche se necessario, dalla difesa.

Stesso discorso per Jovetic che gioca con un’intelligenza tattica fuori dal comune, Le sue giocate non sono mai banali, vedi la finta che ha liberato al cross Kondogbia dal quale nasce il gol vittoria ieri a Verona.

Infine, Perisic il terzo che compone il trio d’attacco di Mancini. Sta ancora studiando, ma già si può notare l’intelligenza tattica superiore di questo giocatore. I suoi movimenti e le fulminanti accelerazioni che fanno parte del suo bagaglio tecnico, fanno di lui una pedina importante per il gioco del Mancio. È lui che in fase di non possesso svolge il ruolo di trequartista, il primo ad andare a pressare il portatore di palla avversario, per poi andare a svariare su tutto il fronte d’attacco quando il possesso diventa neroazzurro, allargando molto spesso sulla sinistra (la sua zona preferita) per dar spazio a Icardi ad abbassarsi ed entrare nel vivo della manovra. L’unico neo che si può imputare al croato è che molte volte va a pestare i piedi a Jovetic, ma sicuramente con l’amalgama anche questo si risolva.

Ultima notizia è per la panchina. Sicuramente un arma importante per Mancini al quale può far ricorso durante le partite secondo il bisogna. Esempio tipico è Rodrigo Palacio che si trova sempre pronto a dar il cambio e giocare per la squadra. Ieri s’è visto questo, entrato al posto di Jojo, Rodrigo ha saputo nascondere la palla e attirare su di se molti falli mentre il tempo correva.

E Mancini non ha ancora fatto debuttare Ljajic che sicuramente verrà utilizzato per dare più imprevedibilità alla squadra.

Inter Cinica.


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