QUA RUN TEN A – Intervista a Stefano Baldini:”Prendiamoci tempo per guardarci indietro”


Leoni in gabbia – I runner di tutto il mondo che, ora non possono uscire per allenarsi, sono come leoni in gabbia; scalpitano, fremono, sono irrequieti. Certo, a nessuno piace restare confinati dietro quattro mura, ma ai runner, l’isolamento richiesto per fronteggiare l’emergenza coronavirus, pesa sicuramente un poco in più.

Per un atleta, ammettiamolo pure, è molto più difficile restare fermo rinchiuso in casa, che correre i 100 km del Passatore.  Ed è proprio questa la più grande delle sfide a cui siamo stati chiamati tutti (atleti e non): Restare a casa e sconfiggere la diffusione del virus“.

Qua Run Ten A

QUA RUN TEN A

QUA RUN TEN A è la nuova rubrica dedicata ai runner in isolamento forzato.  Abbiamo raccolto le testimonianze di volti noti dell’atletica leggera: maratoneti, ultramaratoneti, mezzofondisti, velocisti, siepisti.

Tutti gli atleti intervistati hanno, naturalmente, manifestato il proprio disagio per l’assoluta mancanza di libertà e la carenza di adrenalina, ma nell’affrontare la condizione di isolamento abbiamo riscontrato sentimenti e filosofie diverse, pareri a volte discordanti e tipologie di allenamenti dissimili.

Intervista a Stefano Baldini

Ecco cosa ci raccontato STEFANO BALDINI, maratoneta e mezzofondista, campione olimpico di maratona ad Atene 2004 e due volte campione europeo (Budapest 1998 e Göteborg 2006).

– Ciao Stefano e grazie mille per la tua disponibilità. Domanda ovvia, quanto ti manca correre liberamente?

Mi manca certamente, ormai siamo in zona rossa da diverse settimane e in Emilia Romagna le regole sono anche più restrittive rispetto ai decreti del Governo, ma penso anche a quanto sia importante evitare ogni possibilità di contatto e contagio, oltre ad avere rispetto di chi sta lavorando duro per portarci fuori da questa situazione. Tornerò a correre sui miei percorsi quando ci saranno tutte le sicurezze necessarie.

– Come hai sostituito l’allenamento outdoor?

Vado in bicicletta. Da fine febbraio ho una fiammante Bianchi “Infinito” che non sono ancora riuscito a mettere sulla strada (sigh), in compenso la sto rodando sui Tacx in garage. Pedalo max 1h, 1h15’ facendo variazioni o pedalata agile. In altri giorni uso la bici come riscaldamento per 30’ e integro altri 40’ con esercizi di ginnastica, potenziamento e mobilità che alterno di seduta in seduta. In questo modo ho un programma settimanale con giornate sempre diverse, senza annoiarmi, né strafare.

Stefano Baldini

Stefano Baldini: “Sto leggendo molto e studio per la mia attività di allenatore”

– Quanto è importante, in questo periodo di isolamento forzato, allenare la mente, oltre che il corpo?

Molto importante, sto leggendo molto, studio per la mia attività di allenatore, guardo vecchie gare di atletica, partecipo a molte dirette social. Quasi quasi mi sto abituando a questa nuova condizione, che spero finisca al più presto perché vorrà dire che ne siamo fuori.

Sempre con le ali ai piedi

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“Una corsa senza guardare i tempi: l’ora più bella”

– La prima cosa che farai quando finalmente potremo mettere piede (e scarpette) fuori dalla porta?

Nella prima giornata di sole uscirò per correre 15 km nel circuito del Parco fluviale qui dietro casa, a Rubiera. Una corsa senza guardare i tempi, ma per godermi un luogo che regala benessere e serenità. E’ l’ora più bella della giornata.

– Un consiglio/messaggio/saluto ai lettori del Magazine Pragma

In un momento così particolare e strano, dobbiamo allenare la pazienza e la resilienza, ci servirà. Consiglio anche di prendere un po’ di tempo per guardarci indietro, rileggere cose scritte, rivedere fotografie o immagini, ci farà bene allo spirito e consapevolezza dei tanti traguardi che abbiamo raggiunto. 

 

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