Agrippina, nelle notti d’estate il suo riflesso nelle acque di Bacoli

E’ l’ennesima seduta del Senato che da qualche tempo si svolge presso il Palazzo Imperiale di Roma. Ad assistervi, ben celata da una tenda, vi è l’Augusta!

Ha raggiunto la carica più alta che una donna abbia mai potuto ricoprire; tutto o quasi è  nelle sue mani o passa dal suo consenso, cosa più unica che rara in quel tempo. Agisce in modo diverso dalla sua bisnonna Livia che ha tramato nell’ombra quando il marito Augusto è stato Imperatore; è caratterialmente lontana dalla dolcezza di sua madre che ha seguito con amore e dedizione il marito Germanico, formando una delle famiglie più amate e benvolute dell’Impero.

Ora è la donna più importante di Roma, elevata al “potere supremo” da volontà divina. Suo bisnonno è Augusto. Il grande Generale Germanico è suo padre. Caligola è suo fratello; lei, l’Augusta, è Agrippina, l’unica donna innanzi alla quale la folla si placa, i prigionieri liberati esultano, i legionari concedono gli onori. Con ogni sua mossa ha voluto preservare al potere di Roma la Dinastia Giulio-Claudia; suo figlio Nerone ha sposato la figlia di Claudio: Ottavia.

Sicuramente, durante quelle riunioni, nell’attesa di una nuova arringa dell’ennesimo Senatore, in momenti di vuota attesa, i ricordi riaffiorano; ormai è lontana dall’accampamento dei legionari sulle rive del Reno, dove ha trascorso insieme ai tanti fratelli un’infanzia felice fino al giorno in cui sulla sua famiglia si alza l’ombra nefasta di Tiberio che li stermina. Ora è sul trono e per arrivarvi ha patito, ha sofferto, ma ha vinto. Sola, di notte, quando il silenzio le tiene compagnia, pensa sempre a ciò che l’Astrologo, la notte in cui suo figlio è venuto al mondo, le ha profetizzato: “Colui che hai generato ti ucciderà”. Parole a cui ha risposto: “L’importante è che regni!” e così accade.

Gli storici Tacito e Svetonio sono unanimi nel raccontare che dopo i primi anni di regno, Nerone sente la necessità di rendersi indipendente e di tenere lontana sua madre; così le toglie i privilegi e l’allontana da Roma. La situazione capitola quando l’Imperatore conosce Poppea Sabina la quale lo convince che per essere felici deve disfarsi di sua madre. I pensieri di Nerone cominciano ad essere vorticosi, e, immerso completamente in essi , pensa al come, giungendo alla conclusione di affidare al mare il più inconfessabile dei delitti: deve apparire come un incidente.

Si reca a Baia luogo prediletto dalla nobiltà romana; “la culla degli amori e dei piaceri” per Cicerone; luogo di dannazione per Properzio che qui perde la sua amata Cinthia; la città del vizio per Seneca. L’occasione è una celebrazione in onore di Minerva a cui invita amorevolmente sua madre.

Nonostante l’iniziale diffidenza Agrippina desidera riabbracciarlo e accetta: da Anzio arriva a Baia. Qui Nerone le mostra la nave lussuosissima che ha fatto preparare per il suo rientro e, durante la notte, a celebrazioni concluse, Agrippina stanca ma felice, insieme alla sua serva Acerronia, si imbarca per tornare a casa. La nave prende il largo, ma il meccanismo creato affinchè una botola dello scafo si apra per far entrare acqua non funziona; l’equipaggio prova a far rovesciare la nave, è il caos: le due donne cadono in mare.

Acerrona finge di essere l’Imperatrice ma, al posto di esser salvata viene colpita alla testa. Agrippina è più lontana; è ferita, si allontana silenziosamente e riesce a raggiungere la riva nei pressi di Lago Lucrino, e da lì arriva nella sua villa di Bacoli. Immersa nel silenzio della sua stanza rivede con attenzione ciò che è accaduto, e quando tutto è chiaro, si rende conto di avere solo una possibilità: fingere di non aver capito.

Fa, così, informare suo figlio che è viva grazie solo all’intervento degli Dei. Il piano è fallito. Ora bisogna agire e ribaltare la situazione. Nerone, Burro e Seneca mettono in scena un falso attentato a cui l’ Imperatore ha tutto il diritto di reagire. Aniceto, insieme a due ufficiali della marina, viene inviato a Bacoli per risolvere la situazione; irrompono nella villa e, nelle sue stanze, vi trovano Agrippina che dorme. Tutto si svolge velocemente, l’Imperatrice si trova di fronte il suo destino; non si tira indietro e all’affondo della spada offre il suo ventre.

Tomba di Agrippina – Bacoli (NA)

L’Augusta è sepolta in quella che oggi è conosciuta come la Tomba di Agrippina presso Marina Grande di Bacoli. Qui, durante i mesi estivi, nelle notti di luna piena, si intravede il suo fantasma che pettina i lunghi capelli specchiandosi nelle acque del mare. Un giorno, forse riuscirà a dimenticare il grande dolore che la trattiene dannatamente in questi luoghi.

(Foto: “Nerone davanti al corpo di Agrippina” di Luca Ferrari)


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