Tutti ricordiamo Totò Cascio come il bambino del film Premio Oscar 1998 “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore. Oggi quel bambino ha 42 anni e soffre di retinite pigmentosa con edema maculare. Riesce a vedere solo le luci, ma non distigue le figure. A causa della sua cecità Cascio si era rinchiuso in se stesso. Solo qualche anno fa, nel 2018, è avvenuta la sua rinascita che viene raccontata nel suo libro La gloria e la prova, il mio nuovo cinema paradiso 2.0 (Baldini+Castoldi), un libro che riprende il filo della sua vita: “la gloria” per aver lavorato con grandi registi e “la prova” per quel che poi la vita gli ha riservato.
La gloria e la prova, il mio nuovo cinema paradiso 2.0 (Baldini+Castoldi) di Totò Cascio
Dopo Nuovo Cinema Paradiso che, nel ’91 gli procurò il prestigioso Premio BAFTA, Totò Cascio ha continuato a lavorare sia con Tornatore che con registi del calibro di Pupi Avati e Duccio Tessari. E’ dopo il 1999 che Cascio improvvisamente scompare. Non è il cinema ad essersi dimenticato di lui. E’ una grave malattia a portarlo fuori dai set: la retinite pigmentosa con edema maculare che gli ha procurato una perdita progressiva, irreversibile e quasi totale della vista.
Per lungo tempo Totò Cascio non ha avuto la forza ed il coraggio di rendere pubblico quanto gli era accaduto. Solo oggi, a 42 anni, Totò Cascio, racconta la sua esperienza di vita e di rinascita in un libro la cui prefazione è di Giuseppe Tornatore e la postfazione di Andrea Bocelli.
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