Perchè si dice “Cu ‘na man annanze e n’ata aret”?


Perchè si dice “Cu ‘na man annanze e n’ata aret”?  E cosa significa? Con ESPRESSO NAPOLETANO questa domenica ci ritroviamo dinanzi al Tribunale della Vicaria.

Cosa significa “Cu ‘na man annanze e n’ata aret”?

Diciamo subito che letteralmente significa: “Con una mano davanti e l’altra dietro”. L’espressione però significa “Restare senza alcun bene, completamento nudi, tanto da doversi coprire le parti intime con le proprie mani”. Questa espressione non è casuale. Nasce da un fatto concreto assai singolare.

Anticamente, a Napoli, ma anche in altre città italiane, come ad esempio a Firenze, si poteva assistere ad una “punizione” piuttosto plateale. Dinanzi al Tribunale della Vicaria era collocata una piccola colonnina dove chi aveva subito un tracollo finanziario doveva andare a poggiare le proprie natiche nude. Il gesto veniva ripetuto per ben tre volte.

Tale procedura serviva a rendere pubblica la circostanza che il “fallito” non aveva più nulla in suo possesso per poter onorare i propri debiti. Faceva quindi la zitabbòna (in latino cedo bona,  cessio bonorum) ovvero la cessione dei propri beni e per dimostrare che non restava più nulla in suo possesso, dopo aver poggiato per tre volte le natiche, si allontana dalla colonnina coprendo le proprie nudità con le mani.

Il mondo al contrario

Oggi capita esattamente il contrario. E’ spesso il creditore che resta “cu ‘na man annanze e n’ata aret” poichè il debitore sa bene come muoversi per sottrarre garanzie ai propri creditori e passarsela liscia.

 

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